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RECENSIONE Tone Winner AD-66D PRO

Pubblicato il: 02/22/2025 17:02:19, nella sezione Recensioni

Tra le tante proposte di ottimi amplificatori integrati è opportuno valutare le proposte di un costruttore cinese che progetta, produce ed esporta i propri prodotti? Nello showroom di Consound è pervenuto l’amplificatore integrato dotato anche di ingressi digitali Tonewinner AD-66D Pro relativamente al quale è presente anche una video prova condotta dal Prof. sul canale You Tube Consound della quale questa ricalca le informazioni comuni e probabilmente ne integra di ulteriori.

 


Seguono i commenti del Professore.

Ascolti effettuati a dicembre, con clima caldo per la stagione e piuttosto umido. L’apparecchio è giunto in showroom nuovo ma credo con qualche ora di ascolto già effettuata dal mittente. Non abbiamo fatto alcun rodaggio specifico, e ci siamo limitati ad ascoltarlo su diverse catene, terminando con un ascolto prolungato nella catena descritta in nota.


Commenti di tipo soltanto “pratico” sull’integrato Tonewinner.

Eccoci a parlare di un integrato di progetto e fabbricazione cinese, e precisamente della ditta Guangzhou Tonewinner Electronics Co., Ltd., basata in Guangzhou, ossia la vecchia Canton. Non so quanti appassionati di ascolti musicali domestici, anche audiofili, conoscano questa marca: io, prima di ascoltare questo integrato, non l’avevo mai sentita nominare. Il loro sito descrive l’azienda come segue: “In qualità di produttore professionale di amplificatori di potenza home theater/professionali, amplificatori di potenza Hi-Fi, processori, preamplificatori, lettori CD, altoparlanti, subwoofer, altoparlanti Bluetooth e WiFi e soundbar Dolby Atmos/DTS:X, ToneWinner è rinomato in patria e all'estero. Il suo marchio ToneWinner è già stato il top 10 famoso marchio audio [sic, come tutto in questa citazione da https://it.tonewinner.com/about-us_d1] in Cina con decine di migliaia di follower di livello audiofilo. Fondata nel 1992, ToneWinner copre ora un'area di fabbrica di oltre 15.000 metri quadrati e ha ottenuto i certificati ISO 9001 dal 1995. Siamo specializzati nell'industria audio da oltre 30 anni. Beneficia di un team di oltre 300 dipendenti ben addestrati e attrezzature di produzione avanzate, ToneWinner offre prodotti di alta qualità a prezzi competitivi, i suoi partner coprono Nord America, Europa, Australia, Asia ecc.” (mi scuso per gli strafalcioni di Italiano, ma ho semplicemente fatto un copia e incolla). Il marchio viene regolarmente distribuito in Italia da un noto importatore siciliano, il che dovrebbe garantire adeguati servizi post vendita in caso di difficoltà o guasti o altro. L’integrato AD-66D Pro dovrebbe essere una macchina a stato solido da 85 Watt per canale su 8 Ohm. Dico “dovrebbe” perché non sono riuscito a trovarlo nel sito di Tonewinner e perché questo apparecchio, pur giunto nel suo imballo originale, non è accompagnato da alcun manuale. Nel sito si trova soltanto il modello AD-66D (senza Pro), di cui si dice semplicemente che “è basato sul AD-66D Pro con un decoder audio di alta qualità”. Frase oscura, visto fra l’altro che anche il nostro AD-66D Pro possiede un DAC incorporato. Sinceramente viene il dubbio che il Pro non sia più in catalogo, anche se risulta regolarmente a listino dell’importatore italiano, dove invece manca il modello non Pro. Sempre nel sito Tonewinner si dichiara il modello AD-66D in classe A; non ho idea se la cosa riguardi anche la versione Pro ma in ogni caso, Pro o meno, per un prezzo di listino che è di 1000 Euro sono pronto a scommettere che la classe A, se veramente è implementata in questi apparecchi, riguarda i primi pochissimi Watt, o forse una frazione del primo Watt. Purtroppo, come dico, le informazioni al riguardo sono difficili da reperire e non ho indagato più a fondo. Comunque sia, per 1000 Euro la Tonewinner  fornisce un integrato da 85 Watt su 8 Ohm che probabilmente, viste le dimensioni e il peso del toroidale al suo interno, aumentano sensibilmente al calare dell’impedenza; fornisce un DAC con diversi ingressi digitali; fornisce una antenna per la connessione via Bluetooth, un telecomando, una uscita subwoofer e infine, cosa non trascurabile, uno stadio phono sia MM che MC, quest’ultimo a 100 Ohm fissi di impedenza di ingresso. Inoltre questo integrato si presenta in modo decisamente solido e quasi elegante: per 1000 Euro direi che c’è proprio tanto. Le dimensioni esterne sono generose, il che ad alcuni, fra cui il sottoscritto, piacerà ma ad altri, magari con problemi di spazio, piacerà meno. Non starò poi a discutere sulla questione del made in China perché in realtà ogni azienda e ogni prodotto fanno storia a sé, e in ogni caso io sinceramente non ho alcun preconcetto (o almeno ci provo) e cerco di dare giudizi solo sulla base di quel che riesco ad ascoltare con le mie orecchie. Dal punto di vista dell’utilizzo sono emerse un paio di caratteristiche un tantino particolari. La dotazione di ingressi non è sovrabbondante per l’analogico, trattandosi di 3 linea e un phono; per il digitale abbiamo 3 ingressi coassiali, un USB, un Toslink e un HDMI per utilizzo con ARC. I morsetti di uscita sono buoni per la classe di prezzo, e forse solo un po’ troppo vicini fra loro sia in orizzontale che in verticale. Il display, pur grande, ha caratteri a LED celesti con un’aria alquanto retro che a qualcuno potrà piacere ma ad altri meno. Sul frontale c’è, oltre al pulsante di accensione, una sola manopola, che di base regola il volume ma che, una volta premuta, attiva un menu con un po’ di funzioni fra cui, ahimè, anche la selezione degli ingressi. Trovo la cosa molto scomoda, sinceramente, anche se, ovviamente, col telecomando tutto diventa più semplice. Oltre al piccolo fastidio – per i miei gusti, almeno – di un’unica manopola tuttofare, c’è anche l’ulteriore complicazione che l’ingresso USB viene attivato solo premendo un piccolo pulsante, posto sempre sul frontale accanto a quello più grosso per l’accensione, e privo di qualsiasi indicazione. Insomma: questa macchina richiede un minimo di pratica prima di abituarcisi, e penso che alla base delle scelte progettuali in questo caso ci siano solo ragioni economiche. Una volta familiarizzati con il modo di funzionare, tutto procede regolarmente e senza intoppi. Sinceramente non mi sono mai accorto di calore dissipato, come sarebbe da attendersi da una classe A, ma non credo sia questo un aspetto fondamentale. Abbiamo inserito questo integrato in una catena con streamer, DSP e anche DAC esterno –  per valutare solo lo stadio di amplificazione –, tutti di classe di prezzo adeguata; i diffusori con cui abbiamo passato il maggior numero di ore erano invece di classe superiore, ma senza esagerare. Abbiamo poi trascorso del tempo confrontando le prestazioni del Tonewinner con quelle di un altro integrato della stessa classe di prezzo e pure con DAC incorporato.

Impressioni generali sul suono dell'impianto nel locale d'ascolto.

Visto che si ha un bel dire di non avere pregiudizi (vedi anche qui sopra), abbiamo iniziato gli ascolti di un integrato con phono e con DAC da 1000 Euro e di progettazione cinese predisposti a un suono miserello. E, come ci meritavamo, siamo subito rimasti sorpresi, perché già solo l’amplificatore, a cui giungeva un segnale analogico da un DAC esterno, ha dimostrato una personalità interessante e convincente. L’aspetto che mi ha più colpito è la larghezza della scena acustica, migliore di quella prodotta dall’ampli di confronto, che pure si batte molto bene. Questo AD-66D Pro fornisce un suono con dinamica più che sufficiente ma decisamente controllato, ricco di dettaglio, e con una certa tendenza verso una timbrica asciutta. L’ampli di confronto è risultato un pochino più musicale, meno asettico, ma meno controllato e dettagliato. Due suoni diversi, che vanno incontro a esigenze e gusti diversi. Anche utilizzando i DAC interni sia del Tonewinner che dell’ampli di confronto le sensazioni sono rimaste le stesse; il DAC interno è un pochino al di sotto del DAC esterno utilizzato all’inizio, ma certamente non è un palliativo da usare solo in caso di emergenza: suona in modo dignitosissimo, ma la caratterizzazione di ciò che si ascolta deriva soprattutto dallo stadio di amplificazione, visto che anche col DAC interno il suono risulta, per il AD-66D Pro, controllato e dettagliato. Il DAC interno forse fornisce una scena acustica meno spettacolare di quella che si ottiene col DAC esterno, che però da solo costa più di tutto l’integrato e quindi era atteso a fornire prestazioni in qualche modo superiori. Gli 85 Watt disponibili e l’alimentazione in apparenza ben curata hanno reso possibile pilotare senza difficoltà diversi tipi di diffusori. I soli con cui abbiamo avuto qualche problemino – però di timbrica – sono stati due grossi bestioni ad alta efficienza per i quali gli 85 Watt del Tonewinner erano eccessivi e per i quali l’approccio timbrico del Tonewinner non ci è parso adatto. In tutti gli altri casi abbiamo ottenuto una dinamica e una timbrica assolutamente adeguata alla classe di prezzo.

Conclusioni del Prof.

Un apparecchio per chi ha un budget limitato e cerca un integrato con phono (che purtroppo non abbiamo avuto il tempo di ascoltare con calma prima che l’apparecchio ci lasciasse) e con DAC dal suono controllato, potenzialmente in grado di mascherare, almeno in parte, certe esuberanze di alcune catene e/o di alcuni locali di ascolto. Un apparecchio dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, costruito almeno in apparenza in modo molto solido e rassicurante. Una macchina che consigliamo di ascoltare se il budget è limitato e se non si hanno preconcetti nei confronti della Cina, che ormai anche nel campo degli apparecchi audio ha da tempo dimostrato di aver imparato e di saperci fare eccome: basta ascoltare ed eventualmente solo dopo scremare.

Impianto audio formato da:

·           Streamer 3D Lab Nano Player Sonata V4

·           DSP MiniDsp Flex Digital

·           DAC Merason Frerot

·           cavi digitali coassiali Thender

·           cavi di segnale Audioquest Diamond rca

·           cavi di potenza MIT SL9 S12

·           amplificatore integrato di confronto Audiolab 6000A

·           diffusori Audiovector QR5 SE

Locale d'ascolto a piano terra con pareti in muratura, pavimento su terra, dimensioni 8x4.5x3 circa, fortemente trattato con DAAD, Tube Traps e altri pannelli diffusori/assorbenti a soffitto. Acustica del locale in generale (ossia un po' con tutti gli impianti che mi è capitato di ascoltarci) tendente all'asciutto e arioso con un problema di risonanze modali attorno ai 100 Hz.

Diffusori collocati a circa un quarto della lunghezza della stanza, a circa 1.5 metri dalla posizione di ascolto e a circa 80 cm dalle pareti laterali. Decisamente orientati verso il punto di ascolto.

Ulteriori commenti di Stefano 

Verrebbe spontaneo utilizzare il termine “sorpresa” per commentare questo amplificatore cinese ma in effetti ero già consapevole del rapporto qualità/prezzo particolarmente interessante e quindi posso piuttosto parlare di conferma sul campo.

Il livello di costruzione travalica decisamente la classe di prezzo.

La dotazione di funzionalità e il suono se la giocano ad armi pari con quello che attualmente considero il campione della categoria: l’Audiolab 6000A.

Non si può non citare nelle migliori proposte in questa categoria di prezzo l’Atoll IN100 che però non offre di serie le funzionalità (pre phono, dac interno e altro) dell’amplificatore oggetto della prova ma che prenderei seriamente in considerazione tra le 3 – 4 opzioni più performanti in questo momento in rapporto al prezzo reale di mercato.

Rispetto all’Audiolab 6000A di riferimento, dal punto di vista degli ascolti è stato un bellissimo testa a testa. Io ho rilevato un suono un poco più amalgamato e musicale a favore dell’amplificatore inglese al quale il cinese ha risposto con un po’ più di definizione, trasparenza, dinamica e larghezza nella ricostruzione scenica.

Scegliere tra i due è una questione di gusto personale e per quanto mi riguarda preferirei l’uno o l’altro a seconda dei diffusori acustici abbinati ma giocano anche la questione estetica, il livello di costruzione e per molti appassionati anche il paese di origine.

Tutto considerato penso che questo prodotto meriti l’ampio consenso che sta raccogliendo e si ponga seriamente come una delle proposte più versatili e performanti attualmente disponibili sul mercato.    L’impostazione è complessivamente neutra e non utilizzerei questo amplificatore per compensare un impianto particolarmente sbilanciato. Le caratteristiche di erogazione di potenza permettono l’utilizzo di diffusori dinamici anche non particolarmente “facili” e quindi amplia la scelta degli abbinamenti, come sempre evidenziando comunque il prevalente peso dell’interazione dei diffusori con l’ambiente di ascolto.

Buon divertimento

Stefano - Consound 

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