Cavi Reference Cables: cavi di potenza: RPMC01, cavi di interconnessione: XLR RMCS01 TW BK e cavo di alimentazione: RLNEX3.4 – BK-TW -1,5- SHUKO-VDE
2025 - Seguono i commenti del recensore amatoriale esperto, da tempo impegnato in notevoli quantità di ascolti comparativi presso lo showroom Consound.
Ascolti diluiti su tutto il mese di giugno con caldo e umido in prevalenza. Tranne i cavi Reference Cables, oggetto di queste righe, tutti gli altri componenti audio utilizzati in queste prove erano in negozio da tempo e comunque erano stati utilizzati a lungo ed erano quindi decisamente rodati. Credo sia il caso di rimarcare, se mai ce ne fosse bisogno, che le differenze all’ascolto prodotte da diverse scelte di cavi sono assolutamente piccole, normalmente, rispetto alle differenze prodotte da qualsiasi cambio di trasduttore, da qualsiasi cambio di ambiente e geometria di ascolto e, in misura minore, da qualsiasi cambio di elettroniche. Pertanto invito chi mai leggerà queste note a prendere i miei commenti solo come tentativi di rendere ragionevolmente chiare, esagerandole un tantino, delle sensazioni che in realtà sono decisamente sfumate, e che, oltre tutto, dipendono in modo più sostanziale del solito dal resto dei componenti audio utilizzati. E visto che parleremo di cavi, desidero anche ripetere la mia posizione al riguardo, a costo di essere noioso. So bene che ci sono schiere di presunti audiofili e/o esperti di elettrotecnica e/o altro (recentemente abbiamo avuto il commento di un sedicente professore d’orchestra che, imbarcandosi in una celebre fallacia logica, che si chiama “ad verecundiam” per chi volesse approfondire, dava pareri sui cavi audio ritenendosi autorevole perché musicista di professione … la gente alle volte è ben strana) pronti a impalare a priori chi sostiene che cambiare un qualsiasi cavo produce una differenza nell’ascolto. Io però rimango nel gruppo di chi ritiene di percepire differenze di ascolto al cambiare dei cavi, e quindi nel gruppo di chi è disposto a investire tempo in ascolti, e poi quindi denari se per le sue orecchie vale la pena, per scoprire e procurarsi la combinazione che lo soddisfa maggiormente nel proprio ambiente di ascolto. Aggiungo che non ho tuttora e non ho mai avuto in passato interessi di tipo commerciale, visto che di mestiere ho sempre fatto il professore in facoltà di Ingegneria. E credo pure che banali considerazioni fisiche giustifichino le differenze nel cosiddetto “suono dei cavi”. Di questo credo di aver già parlato in precedenti occasioni di confronti fra cavi, e quindi non tedierò ulteriormente chi vorrà leggere queste mie considerazioni. Sarò comunque sempre molto lieto di ricevere pareri, commenti, osservazioni a questo riguardo (ma anche ad altri: basta scrivere a commerciale@consound.it e chiedere di comunicare con Francesco), sempre purché nell’ambito di un dialogo civile, equilibrato e costruttivo. Chi ritiene di possedere la verità in esclusiva, e sistematicamente parte in quarta sparando affermazioni categoriche, talvolta al limite del grottesco per come la vedo io, senza accettare un contraddittorio – e basta andare su Facebook o su YouTube per incontrarne a decine di questi buontemponi, tipo il musicista (forse) di cui sopra – è pregato di limitarsi a frequentare integralisti della sua stessa specie e lasciare in pace chi, come me perlomeno, vive nel dubbio e tenta soltanto di chiarirsi le idee sulla base di quel che sente con le proprie orecchie e senza altri preconcetti. Ascolto musica riprodotta da catene audio di ogni tipo da più di 50 anni, come dico non ho mai avuto alcun interesse economico o commerciale al riguardo, visto che di mestiere ho sempre fatto tutt’altro, e in tutti questi anni ho quasi sempre osservato differenze anche notevoli nel suono percepito al cambiare dei cablaggi. Ovviamente purché le catene utilizzate non fossero eccessivamente caratterizzate, in bene o in male non importa, da qualche loro componente … se ci sono colli di bottiglia che orientano il suono in via indipendente da qualsiasi cambiamento ci si apporti è inutile ricercare sfumature. Prima di emettere verdetti siamo tutti pregati di fare qualche prova e di ascoltare le nostre orecchie! ma questo vale comunque, nell’ambito della riproduzione di musica.
Commenti di tipo soltanto “pratico” sul confronto fra i vari cavi.
Questa volta torniamo a parlare di cavi, sempre a rischio della nostra pelle, vista la moltitudine dei pareri circa l’effetto dei cavi sul suono complessivo di una catena audio, e viste soprattutto le grandi distanze fra le diverse posizioni e l’inutilissima aggressività con cui spesso si difendono le proprie idee in un ambito in cui, oltre tutto, esiste meno che in tanti altri una “Verità”. Come al solito, qui ci limiteremo a descrivere, per quanto ci sarà possibile, le nostre personalissime sensazioni di ascolto, ignorando qualsiasi altra considerazione. Parleremo di 3 diversi tipi di cavi per utilizzo audio prodotti da una ditta che in realtà è specializzata in cavi per utilizzo professionale. La ditta è italiana di Osimo (AN), si chiama Reference Cables e il loro sito internet è https://www.referencecables.it/. Abbiamo ricevuto in prova tre diversi loro cavi: uno di alimentazione, uno di interconnessione bilanciato, ossia XLR, e uno di potenza. Il cavo di alimentazione da 2 metri costa 121 Euro. Il cavo XLR, da 1.5 metri, costa 440 Euro alla coppia. A noi i cavi sono arrivati sciolti, quindi senza confezione; suppongo che i prezzi indicati comprendano anche un qualche tipo di scatola o cosa simile. Il cavo di potenza costa 19 Euro/metro; una volta terminato e ben confezionato e inviato a un negoziante immagino che potrebbe venire, al cliente finale, sui 300 Euro alla coppia per 33 metri di cavo. Nel sito del produttore mi sembrano presenti a oggi, peraltro con prezzi obsoleti da aumentare del 22% stando a una loro comunicazione recente, solo i cavi XLR. I cavi XLR e di alimentazione sono giunti in negozio regolarmente terminati; i cavi di potenza sono stati terminati da me con banane di costo proporzionato a quello dei cavi stessi. L’aspetto estetico di tutti e 3 questi cavi è piuttosto anonimo – si tratta sempre di cavi neri o grigi senza concessioni all’estetica, per fortuna, per come la vedo io – e i connettori di alimentazione e di interconnessione sembrano privi di particolari caratteristiche distintive.
Impressioni generali sul suono dell'impianto nel locale d'ascolto.
Questa volta organizzare una presentazione facile da seguire è impresa un pochino più complicata del solito, perché abbiamo ascoltato e confrontato questi tre cavi con altri cavi di altre marche e inserendoli in almeno 3 catene diverse collocate in tre diversi locali di ascolto. Inoltre, per ragioni pratiche legate alle normali attività del negozio, in una delle due salette di ascolto di Consound per qualche tempo sono stati presenti dei pannelli fonoassorbenti di Oudimmo, ma successivamente i pannelli sono stati rimossi, il che ha richiesto di intervenire tramite DSP per ribilanciare il suono. Converrà forse proporre in ordine i confronti relativi a ciascun tipo di cavo, tentando di chiarire volta per volta in quale catena e in quale locale è stato utilizzato.
Il cavo Reference di alimentazione è stato confrontato soltanto con un Neutral Cable Copper che ai suoi tempi costava, per un metro terminato, 230 Euro, e che fra i cavi di alimentazione al momento disponibili era il solo concorrente sensato al Reference. Entrambi questi cavi hanno alimentato soltanto il finale di potenza Leema Hydra II Anniversary Edition inserito in una catena decisamente costosa e collocata nella saletta di ascolto principale di Consound. Non ho sentito differenze sostanziali nell’ascolto derivante dall’uso di questi due cavi di alimentazione – e rimarco che nel tentativo di rendere il confronto il più chiaro possibile abbiamo cercato di massimizzare le possibili differenze utilizzando una catena audio molto costosa e sperabilmente rivelatrice. Direi quindi che il cavo Reference in prova merita certamente l’ascolto, dato il buonissimo rapporto prezzo/prestazioni. Difficile dire se la sua progettazione contenga alcunché di innovativo o altro, ma come ho detto altre volte in questi ascolti io mi limito al puro aspetto del suono, in via indipendente dal valore e/o prezzo dei componenti. Difficile anche dire a priori l’inserimento di questo cavo in una qualsiasi catena audio diversa dalla nostra porterà benefici o svantaggi o nulla, rispetto a un cavo diverso, e purtroppo qui è indispensabile provare e riprovare, prima di prendere decisioni.
I cavi di interconnessione XLR Reference sono stati confrontati sia con dei MIT SL6XLR-1, da 775 Euro per 1 metro terminati finché in produzione, sia con degli Absolue Créations OP-TIM da 935 Euro per 1 metro terminati. Il confronto con i MIT è avvenuto collegando lo streamer/DAC/pre al finale nello stesso impianto costoso sul quale abbiamo confrontato i cavi di alimentazione. Il confronto con gli Absolue è avvenuto collegando lo streamer al DAC in un impianto pure costoso ma del tutto diverso, estraneo allo showroom di Consound. In entrambi i casi gli XLR della Reference, pur significativamente meno costosi, hanno ampiamente retto il confronto, senza perdere alcunché di udibile sul fronte della messa a fuoco e della estensione dell’immagine. I cavi MIT sono sempre risultati un pochino più squillanti e aggressivi dei Reference, mentre gli Absolue mi sono sembrati un filino più musicali e, nella catena audio utilizzata, più equilibrati. Ma sfumature in tutti i casi. Devo quindi concludere che anche questo cavo Reference XLR, come quello di alimentazione, è piuttosto conveniente in termini di rapporto prezzo/prestazioni. Non sono cavi granché da vedere, ma suonano – e per cortesia stia zitto chi vorrebbe saltar fuori dicendo che i cavi non suonano, cosa lapalissiana anche senza questo genere di commenti – molto bene. Se preferirli o meno dipenderà, come sempre, dal budget, dai gusti individuali e dal resto dei componenti.
Veniamo infine ai cavi di potenza, su cui abbiamo investito più tempo. I cavi Reference sono stati confrontati con dei Supra da 6 Euro/metro – i Classic 2x2.5 Blue B200 – terminati da me come i Reference, con altri Supra da 20 Euro/metro – i Ply 2x3.4 Blue B100 –, terminati da me come i Reference, e con dei MIT SL9S-12 Speaker, credo fuori produzione, da 1270 Euro per 3.63.6 metri, già terminati da MIT. Come detto, abbiamo ascoltato questi cavi in due diversi impianti collocati in due diverse salette. Direi di procedere riferendo degli ascolti una saletta alla volta.
L’impianto economico, collocato nella salettina d’ascolto più piccola dello showroom e inizialmente equipaggiata con pannelli fonoassorbenti Oudimmo collocati in corrispondenza delle prime riflessioni laterali, e senza utilizzare DSP, costa di listino, senza cavi, attorno ai 1300 Euro in tutto. In una simile catena non aveva senso alcuno inserire i cavi di potenza MIT, che abbiamo utilizzato solo con la catena più costosa. Finché sono stati presenti i pannelli Oudimmo abbiamo potuto confrontare i cavi di potenza Reference soltanto con i Supra economici, e qui non c’è stata storia a favore dei Reference che sono decisamente più vivi e di soddisfazione. Il confronto fra i Reference e i Supra da 20 Euro/metro, nella saletta piccola e con la catena economica, è dovuto avvenire senza pannelli fonoassorbenti ai lati, nel frattempo spariti, e a questo punto inserendo di necessità il DSP fornito da Roon per attenuare i principali modi di risonanza della saletta, modi che a quanto pare erano efficacemente contrastati anche dai pannelli Oudimmo – pure indicati per una più ampia gamma di interventi – finché presenti. A mio parere anche questo confronto ha visto leggermente più soddisfacenti i cavi Reference. La timbrica resta sostanzialmente la stessa con entrambi i cavi di potenza, ma con i Reference migliora un tantino la precisione nella collocazione spaziale e in generale l’immagine tridimensionale e la messa a fuoco.
L’impianto costoso era collocato nella saletta principale di ascolto in Consound. Il valore di listino di questa catena, cavi esclusi, era circa 30 volte superiore al valore dell’impiantino ascoltato in precedenza (attorno ai 40 mila Euro). Va subito detto che i diffusori presenti in questa catena erano i Fyne Audio F703, di cui spero di poter parlare in via indipendente in un futuro più o meno prossimo, dopo un ascolto adeguato e prolungato come meritano. La presenza degli F703 va segnalata perché questi sono diffusori di grandissima classe ma anche di fortissima personalità, che necessariamente condiziona il suono di tutto il resto della catena, cavi compresi. A conferma di questo dico subito che nella maggior parte delle prove, tranne l’ultimo gruppo di cui parlerò al termine, ho percepito differenze maggiori nella saletta più piccola con l’impianto economico, anche se questo sembra un controsenso; ma l’impianto economico era composto da componenti più neutri rispetto a quelli della catena costosa, che invero risulta un po’ sbilanciata verso il medioalto e l’alto e tende a fornire un suono estremamente analitico e dettagliato ma con relativamente poco calore. Aggiungo che in questa catena è sempre stato utilizzato il DSP interno a Roon per rimediare ai problemi della saletta in bassa frequenza. Per i miei gusti i cavi di potenza MIT non vanno per niente d’accordo con i diffusori Fyne: il risultato è un suono troppo vivace e quasi sguaiato, se mi si passa il termine. I Supra economici, nella stessa catena, stanno all’estremo opposto. I Reference e i Supra più costosi tutto sommato si equivalgono, se inseriti in questa catena. I Supra sono forse un filino più presenti e luminosi, ma anche meno dettagliati e informativi; per i miei gusti, con i diffusori F703, in questa catena io preferisco il suono dei cavi Reference rispetto agli altri 3 ascoltati a confronto. Questo, una volta di più, la dice lunga sull’importanza degli interfacciamenti piuttosto che della qualità e/o il costo assoluto del singolo componente … i cavi MIT sono molto più costosi e “prestigiosi” di tutti gli altri, ma in questa catena proprio non stanno bene, almeno per le mie orecchie, e io in questa catena non li inserirei mai. Non ho percepito differenze sostanziali fra i cavi Reference e i Supra riguardo a messa a fuoco e immagine. Forse i Supra economici forniscono una scena acustica leggermente più in avanti dei Reference, e in certi casi un po’ dentro i diffusori. I Supra più costosi, al contrario, ricostruiscono una scena forse un filino più arretrata rispetto ai cavi Reference; ma si tratta di differenze minime. Nell’insieme, il suono della catena, largamente condizionato dagli F703, è “drammatico”, di impatto, ben esteso, ben presente, e con la tipica focalizzazione fornita dai diffusori Fyne che utilizzano il tweeter concentrico. C’è una decisa tendenza alla spettacolarità e quasi all’aggressività, specie con i cavi MIT. Il suono risulta sempre molto grande, comunque, e di forte impatto emotivo. Il basso risulta sempre molto esteso e profondo ma forse non articolatissimo; purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di lavorare di fino per ottimizzare tutti gli aspetti della riproduzione, in queste prove, ma sono certo che con la dovuta calma si possano ottenere risultati ancora più soddisfacenti.
Riferisco infine di un’ultima seduta di ascolti, leggermente diversa dalle precedenti ma per certi versi forse più interessante, perché mette in maggiore evidenza l’effetto delle sinergie fra componenti. Nella catena costosa, sempre nella saletta principale di ascolto, abbiamo sostituito il finale Leema, forse non il più indicato timbricamente per accoppiarsi con i diffusori F703, almeno per i nostri gusti, con un Usher R-1.5 XLR, un filino più caldo e corposo. In questa catena, per tutto il resto invariata, abbiamo messo a confronto due coppie di cavi in simultanea: due MIT, lo XLR fra streamer/DAC e finale e quello di potenza verso i diffusori, con due Reference, sempre lo XLR fra streamer/DAC e finale e quello di potenza verso i diffusori. Con entrambe le combinazioni a me è parso che il finale Usher si interfacciasse meglio con i diffusori, ma soprattutto, essendo un po’ meno caratterizzato timbricamente del Leema – in accoppiata con i diffusori Fyne, intendo –, che evidenziasse maggiormente le differenze fra i cablaggi a monte e a valle. Come è tutto delicato e in equilibrio instabile, in hi-fi! In effetti, la differenza fra le due coppie di cavi in questa catena audio mi è parsa più evidente che cambiando solo, come in precedenza, o i cavi XLR o i cavi di potenza. Nonostante il finale Usher sia leggermente più caldo e corposo del Leema Hydra, a mio parere anche con lui i cavi MIT comunque proprio non rendono giustizia agli F703. Ne scaturisce un suono aggressivo, quasi secco, quasi asfittico (sto esagerando nel tentativo di farmi capire, beninteso), anche se degli F703 si percepisce comunque sempre la grande classe e la grande personalità. Ma si tratta di una personalità che, almeno secondo me, non va tanto d’accordo con la brillantezza dei cavi MIT utilizzati in queste prove – e rieccoci con l’importanza degli interfacciamenti. I due cavi Reference in accoppiata hanno invece fornito un suono subito più rotondo e credibile, con più aria e un apparente maggiore equilibrio. L’immagine e la messa a fuoco sembrano sostanzialmente gli stessi con le due coppie di cavi, anche se, a mio parere, per fare rendere al meglio i diffusori Fyne su questi parametri sarebbe stato necessario un lavoro di posizionamento di fino che non abbiamo avuto il tempo di completare. Comunque sia, la catena col finale Usher e cavi tutti Reference è quella che per i miei gusti ha dato la maggior soddisfazione, e specialmente, parlando in termini relativi, con la musica classica ben incisa, che con i MIT proprio non funzionava. Ripeto a costo di nauseare: con altri tipi di musica, con altre orecchie, con altri gusti, in altri ambienti di ascolto e con catene audio diverse tutto quel che ho detto finora potrebbe tranquillamente venire ribaltato. Stiamo sempre attenti a interpretare i pareri del prossimo, per quanto autorevole o presunto tale, in tema di ascolti di musica riprodotta!
Conclusioni. (ndr seguono anche i commenti di Stefano)
Sempre tenendo presente che abbiamo effettuato la maggior parte di questi ascolti con una catena audio – quella costosa – decisamente condizionata dalla personalità dei diffusori, mi sembra di poter dire che questi nuovi cavi Reference Cables, per applicazioni puramente audio, siano proprio notevoli per il rapporto prezzo/prestazioni. Non costano spropositi, non sono granché da vedere (e del resto non si capirebbe perché dovrebbero), ma hanno fornito sempre il suono più gradevole, almeno per i nostri gusti e nel nostro ambiente, anche rispetto a componenti parecchio più costosi. Ciò non esclude che esistano altri cavi, più o meno economici o costosi, che funzionino ancora meglio dei Reference; ma intanto ci sembra di aver provato dei piccoli campioni che certamente meritano di essere presi in considerazione nella loro classe di prezzo.
__________________________________________________
Impianto audio in Consound formato da:
• server Roon per la gestione dei files audio residenti su HD di server dedicato con alimentazione esterna Keces P14. Con DSP tranne che il primo confronto nella saletta piccola però dotata di pannelli Oudimmo laterali, poi tolti; a quel punto è stato inserito il DSP però tarato su diffusori diversi da quelli utilizzati per mancanza di tempo
• impianto costoso: streamer Vermeer Three. Impianto economico: streamer interno al WiiM Amp
• impianto costoso: DAC Vermeer Three. Impianto economico: DAC interno al WiiM Amp
• impianto costoso: controllo di volume Leedh interno al Vermeer Three e finale Leema Hydra II Anniversary Edition. Anche finale Usher R-1.5 solo per confronto fra due coppie di cavi: assieme XLR e di potenza
• impianto costoso: diffusori Fyne Audio F703. Impianto economico: diffusori Acoustic Energy AE109. Da rimarcare che il valore dell’impianto costoso è di circa 30 volte superiore a quello dell’impianto economico ….
Come detto è anche stato utilizzato un terzo impianto, fin più costoso di quello con le Fyne F703, che comprendeva uno streamer con reclocker Innuos, un DAC Holo, un pre a valvole, un finale stereo a stato solido e diffusori B&W 802 D1. Questo inserito in un ambiente 7x5 metri circa, trattato e decisamente assorbente in ogni sua superficie.
Locale d'ascolto principale di Consound a piano terra con pareti in muratura, pavimento su terra, dimensioni 8x4.5x3 circa, fortemente trattato con DAAD, Tube Traps e altri pannelli diffusori/assorbenti alle pareti e a soffitto. Acustica del locale in generale (ossia un po' con tutti gli impianti che mi è capitato di ascoltarci) tendente all'asciutto e arioso con un problema di risonanze modali attorno ai 40 e ai 100 Hz.
Diffusori collocati a circa un quarto della lunghezza della stanza, puntati verso la parete più vicina, a circa 1.5 metri dalla posizione di ascolto e a circa 100 cm dalle pareti laterali. Poco orientati verso il punto di ascolto.
Contrariamente al nostro recensore che ha relazionato in modo molto esaustivo le proprie impressioni di ascolto (a fronte di metodiche sessioni che hanno comportato impegnativi e frequenti cambi di prodotti e componenti) il sottoscritto invece ha un effettivo interesse commerciale nella vendita di prodotti e di conseguenza anche dei cavi e/o quant’altro.
Il simpaticissimo, amichevole e purtroppo rimpianto rappresentante di prodotti audio Alvaro, mi chiedeva come mai Consound fosse così scarsa nella vendita di cavi audio, voce merceologica che per molti altri rivenditori invece figura significativamente in alto nella lista dei prodotti venduti.
Penso che molti dei miei stessi clienti nel tempo si siano convinti che io sia un “cavo-scettico”.
In un impianto messo nelle condizioni di riprodurre quasi al meglio delle proprie possibilità (ma proprio qui sta il punto) la differenza tra i cavi, è frequentemente percepibile e in alcuni casi, facendo un paragone culinario, potrei assimilarla a quella punta di sale o di spezia o di sapore in più o in meno che porta il voto del piatto, per sinergia, da 5 a 6 (dall’insufficienza alla sufficienza) o da 9 a 10 (dall’ottimo all’eccellente). Per noi appassionati pertanto, l’incidenza del cavo dovrebbe essere, a ragion veduta, seriamente da considerare sebbene io preveda che un bambino di 7 anni nella maggior parte dei casi non riesca a riconoscere la differenza tra un cavo e l’altro. Sono invece convinto che un bambino di 7 anni possa riconoscere facilmente la differenza di riproduzione tra un ambiente funestato dai modi di risonanza e lo stesso ambiente in cui le risonanze siano significativamente ridotte.
Ci sono appassionati che ascoltano con cavi da migliaia di euro in punti di ascolto nei quali si possono registrare più “svarioni” (slang per indicare le tipiche aberrazioni che si manifestano a più frequenze) che arrivano o superano i 10 dB rispetto alla media.
Per questo motivo mi trovo quasi sempre a suggerire altri tipi di priorità (rispetto ai cavi) che però in moltissimi casi l’appassionato (che si è formato normalmente negli anni 70/80/90) non riesce proprio a “digerire” e di conseguenza lascia a volte lo showroom senza procedere nella direzione suggerita e ahimè senza acquistare il cavo che aveva in animo di valutare (che acquisterà da un altro rivenditore più in gamba del sottoscritto).
Eppure non sono cavo-scettico semplicemente perché, nonostante la mia ignoranza tecnica, le prove in showroom mi dimostrano costantemente che il cavo concorre nel risultato finale sebbene a mio avviso tutto debba essere commisurato al livello dell’impianto e ancor più al grado di ottimizzazione dello stesso in ambiente (non sto parlando per forza di invasive trappole acustiche ma anche solo di posizionamento dei diffusori e compensazioni specifiche sul segnale).
Fatte le doverose premesse arriviamo ai cavi oggetto della prova.
Non ho partecipato agli ascolti del cavo di alimentazione (non ne ho avuto proprio il tempo) ma ho ascoltato i cavi di potenza e di segnale e vorrei spezzare una lancia a favore di questo costruttore (per nulla nuovo nel settore professionale in Italia e all’estero ma che si sta affacciando ora nel nostro mondo di utenti hi-fi – hi-end).
Pur rimandando alle specifiche sensazioni di ascolto sopra descritte in dettaglio che condivido ampiamente, mi rendo conto come le stesse manchino delle iperboli contenute tipicamente nelle recensioni del nostro settore e possano, per paragone appunto alla recensione tipica, risultare sminuenti dei cavi provati (solo chi ci segue da tempo conosce l’asetticità dei commenti dell'abituale recensore che ascolta nello showroom Consound).
Allora vorrei ribadire che a mio avviso questi cavi si sono comportati bene in senso assoluto e sono ancor più meritevoli di specifica segnalazione se rapportati ai prezzi ai quali sono proposti dal costruttore.
Se nei prossimi anni decideranno di veicolare la produzione tramite più soggetti e passaggi, investire in pubblicità e aumentare drasticamente i prezzi (impossibile fare diversamente e coprire tali costi), così sia, vuole dire che rientreranno nel normale rapporto prezzo / prestazioni dei prodotti che devono sostenere tali investimenti…ma per il momento io ho commissionato alcuni set di cavi diversi tra di loro perché, nonostante la mia scaletta di priorità non privilegi i cavi, voglio proprio avere una rappresentativa dei Reference Cables in dimostrazione in showroom.