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RECENSIONE Audio Physic Classic 3

Pubblicato il: 08/20/2025 18:08:29, nella sezione Recensioni

Ascolto dei diffusori Audio Physic Classic 3.

Commenti del nostro recensore amatoriale esperto relativi all’utilizzo e all’ascolto presso lo showroom Consound. 

Abbiamo dedicato una buona mezza settimana all’ascolto dei diffusori da supporto Audio Physic Classic 3, che hanno un prezzo di listino di 1795 Euro (ndr previsto aggiornamento al ribasso). Per dettagli sul resto dell’impianto e locale di ascolto si vedano le note al termine di questo testo.

Ascolti effettuati a fine agosto, con clima caldissimo e umidissimo (per fortuna in ambiente fornito di climatizzatore).

Osservazione importante: i diffusori sono arrivati in Consound nuovi e sigillati nei loro imballi. Appena aperti hanno fornito un suono freddissimo e iperdettagliato. Dopo un paio di notti lasciati suonare a volume basso uno di fronte all’altro in controfase si sono decisamente ammorbiditi e hanno acquistato un equilibrio decente, anche se probabilmente necessitano di molto ulteriore rodaggio.


Commenti di tipo soltanto “pratico” sui diffusori.

Si tratta di diffusori da supporto a 2 vie in bass reflex posteriore, di dimensioni medie. Il cabinet ha la forma di un parallelepipedo con spigoli vivi, e il baffle è largo esattamente come il woofer. Buoni i morsetti per i cavi, senza possibilità di biwiring. Forse i morsetti sono un po’ troppo vicini fra loro e la segnalazione positivo/negativo non è facilissima da individuare: mai capito queste inutili reticenze dei progettisti. I Classic 3 sono dichiarati da 89 dB/1W/1m di efficienza, e di impedenza nominale di 4 Ohm. Non si presentano quindi come i diffusori più facili da pilotare e da far suonare forte, e bisognerà prestare parecchia attenzione all’accoppiamento con le elettroniche. Noi abbiamo potuto ascoltarli con due diversi integrati, ottenendo risultati decisamente diversi fra loro. Il posizionamento in ambiente ci è parso pure abbastanza delicato, perché variando distanze dal punto di ascolto, distanze dalla parete posteriore e angolazione abbiamo ottenuto risultati molto diversi. Dal mio punto di vista questo è un pregio, non un difetto, almeno finché il lavoro necessario per individuare una corretta geometria renda possibile ottenere risultati molto positivi, come è stato il caso per questi Classic 3. Il posizionamento che nella nostra sala d’ascolto ha fornito la migliore scena acustica ha visto i diffusori abbastanza vicini al punto d’ascolto, piuttosto angolati verso il centro e molto distanti dalla parete posteriore. In queste condizioni i piccoli Audio Physic hanno prodotto una scena acustica veramente spettacolare, specialmente in considerazione delle dimensioni dei diffusori e della classe di prezzo.


Impressioni generali sul suono dell'impianto nel locale d'ascolto.

Come detto, le sensazioni più immediate, dopo il normale lavoro per ottimizzare la geometria dei componenti, sono state (a) la profondità e l’ampiezza della scena acustica, e (b) la ricchezza di informazioni e di dettaglio del suono riprodotto. Notevole, almeno nella sala di Consound che è piuttosto grandicella, l’estensione in frequenza anche verso il basso. Abbiamo potuto ascoltare un O-Daiko, un grosso tamburo giapponese, fino a frequenze da scuoterci lo stomaco. Il suono, anche dopo il breve rodaggio che abbiamo potuto effettuare, resta orientato verso l’analitico, quasi “freddo” o asciutto, ma senza mai diventare fastidioso. Certamente questi non sono diffusori per chi ama suoni morbidi e caldi. Con registrazioni ben fatte colpisce la separazione nello spazio fra i vari esecutori, che occupano spazi “piccoli” e ben distanti uno dall’altro. Il suono è vivo, dinamico, anche se non esageratamente esplosivo. Come dicevamo, è importante l’accoppiamento con le elettroniche. Non abbiamo incontrato difficoltà particolari a ottenere volumi elevati anche con un integrato relativamente economico da 50+50 W su 8 Ohm. Con un primo integrato, di classe decisamente superiore a quella degli Audio Physic, i pregi di questi diffusori sono stati messi in grandissima evidenza al costo di percepire in modo più immediato la loro analiticità e relativa mancanza di calore e/o morbidezza – ma non raffinatezza, si badi bene. Con un secondo integrato, quello da 50+50 W di cui si diceva prima, di classe decisamente economica ma di ottima qualità, la situazione si è un po’ equilibrata: si perde in ricchezza di particolari e in spettacolarità della scena acustica ma si guadagna in equilibrio timbrico. Il confronto con una diversa coppia di diffusori della stessa categoria ha confermato le caratteristiche dei Classic 8 a parità di elettroniche: questi tedeschi sono dei piccoli campioni di precisione e di capacità di muovere aria, con una timbrica che tende a non smussare gli spigoli di incisioni nate male.


Conclusioni.

Diffusori che meritano grande attenzione da parte degli audiofili che non vogliono a tutti i costi un suono caldo e ruffiano. Probabilmente non sono i più adatti a riprodurre in modo realistico musica acustica o classica in generale, ma qui si va in questioni di gusti, e io parlo solo per me stesso. Nelle condizioni in cui li abbiamo ascoltati ci hanno colpito per la capacità di muovere aria e per la ricchezza di informazioni che forniscono; se messi nelle migliori condizioni in termini di elettroniche e di collocazione in ambiente ci sono sembrati esprimere prestazioni anche superiori alla loro fascia di prezzo. Non brillano per l’estetica o per la componentistica o per altri gadget più o meno di moda: sono tutta sostanza, anche se non per tutti i gusti. A noi sono piaciuti parecchio.

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Impianto audio formato da:

streamer/Lettore CD/Preamplificatore Leema Stream IV usato solo come streamer;

DSP MiniDSP Flex per l’attenuazione di una risonanza dell’ambiente in bassa frequenza;

convertitore DAC Merason Frerot;

cavi digitali coassiali Thender e Leema Reference;

cavo di segnale da convertitore a integrato Mit SL8I-1 1.5 m;

amplificatore integrato Audia Flight One e Audiolab 6000A;

cavi di potenza MIT SL9.


Locale d'ascolto a piano terra con pareti in muratura, pavimento su terra, dimensioni 8x4.5x3 circa, fortemente trattato con DAAD, Tube Traps e altri pannelli diffusori/assorbenti a soffitto. Acustica del locale in generale (ossia un po' con tutti gli impianti che mi è capitato di ascoltarci) tendente all'asciutto e arioso con un problema di risonanze modali attorno ai 100 Hz.

Diffusori collocati a circa un quarto della lunghezza della stanza, a circa 1.5 metri dalla posizione di ascolto e a circa 80 cm dalle pareti laterali. Decisamente orientati verso il punto di ascolto.

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Seguono altri commenti di Stefano

Il modello in prova è proposto in varie finiture e presenta un'ottima fattura sebbene non abbia velleità estetiche che lo rendano particolarmente attraente. Le Classic 3 di Audio Physic non tradiscono lo slogan del costruttore “no loss of fine detail”. Da sempre il costruttore tedesco ha prodotto diffusori devoti alla trasduzione dei segnali più minuti e questo modello non fa eccezione. Le mie esperienze con i modelli da pavimento sia della serie Classic (di cui il modello in esame fa parte) che le superiori, hanno sempre evidenziato una gamma bassa straordinariamente estesa e per molti modelli leggermente preminente rispetto alla gamma media, sempre e comunque completate da una gamma alta estesa e molto rifinita. Direi quindi, sempre riferendomi ai modelli da pavimento ascoltati, che presentano un baricentro timbrico più o meno (a seconda dei modelli) virato verso le note più gravi ma sempre assicurando una rifinitura e dettaglio decisamente superiore alla media. La Classic 3 da supporto oggetto dell’ascolto, è probabilmente più estesa alle frequenze inferiori di quanto le dimensioni e il prezzo possano suggerire ma il volume della gamma bassa non occupa lo spazio riservato dai modelli da pavimento e l’impostazione risulta essere, al contrario, leggermente algida (all’apertura dell’imballo addirittura eccessivamente asettica ma significativamente virata verso la neutralità già durante le prime 15 ore di ascolto). La gamma media non attira l’attenzione su di sé, non ci sono particolari colorazioni, anzi direi proprio che da questo punto di vista il diffusore è molto onesto. 

Altra caratteristica che normalmente premia i possessori dei diffusori Audio Physic è l’eccellente ricostruzione scenica. I Classic 3 non fanno eccezione e anzi, forse favoriti anche dalle dimensioni contenute, sono poco identificabili come sorgenti del suono sparendo in modo molto soddisfacente. La scena acustica ricreata è ampia, alta e particolarmente scandita in piani precisi a differenti profondità, con un fuoco sui singoli strumenti esemplare e particolarmente gratificante.

Il livello riservato al dettaglio è un altro punto di forza di questo diffusore acustico. La quantità di informazioni in gamma alta è decisamente degna di nota e da questo punto di vista non ricordo un concorrente altrettanto performante tra i tantissimi ascoltati in questa fascia di prezzo. La lode vale ancora più se consideriamo che un corretto abbinamento rende l’ascolto informativo ma allo stesso tempo piacevole e non aggressivo. Altro fattore degno di nota è una buona coerenza generale; non c’è insomma un evidente scollamento nel lavoro svolto dalle due vie. 

A mio avviso i prodotti così detti “scarsi”, i prodotti che, a detta di qualcuno, “non suonano” non esistono ormai più (esistono piuttosto errati abbinamenti, errati interfacciamenti, difficili e a volte insondabili politiche di distribuzione e probabilmente qualche soggetto che per sua convenienza preferisce denigrare alcuni prodotti per svariati motivi). In ogni caso in Consound cerchiamo di recensire i prodotti che ci sembrano più interessanti e che offrono, almeno in quel determinato momento, un rapporto qualità/prezzo particolarmente favorevole. 

Abbiamo avuto la possibilità di comparare in showroom le Audio Physic Classic 3 con un diffusore che considero un campione in termini di rapporto prezzo/prestazioni: il modello Aon3 di Golden Ear. Il compromesso che l’Aon3 impone è una soluzione estetica furba, a mio avviso ben riuscita ma che non riesce a nasconderne l’estrema economicità. In pratica si tratta di un diffusore in materiale grezzo coperto da una tela nera fissato in alto con un coperchio di plastica nera lucida. Possibilità di altre finiture: nessuna. Alla fine il risultato estetico è a mio personalissimo avviso comunque buono ancorché non paragonabile alla più piacevole impiallacciatura Audio Physic coniugabile in 4/5 finiture.

Golden Ear è proposta ad un prezzo di listino di 1299€ e personalmente considero premiante la possibilità di risparmiare qualche 100€ a scapito dell’estetica sebbene io sia ben consapevole che non per tutti è così. I compromessi di Golden Ear però finiscono qui perché a fronte di tale prezzo di listino l’acquirente è premiato con un solido diffusore da supporto a due vie dotato di un veloce altoparlante del tipo AMT abbinato ad un woofer che lavora con il supporto di ben due radiatori passivi posti sui pannelli laterali che offre un’ottima estensione agli estremi gamma, una ottima capacità di pressione massima, ottima ricostruzione scenica e timbro verosimile. 

Ma entro più in dettaglio nel confronto. Le caratteristiche sulla carta potrebbero far supporre che le Classic 3 con il loro 89 dB/1W/1m di efficienza ma soli 4 ohm di impedenza non siano estremamente facili da pilotare. Di fatto a mio avviso l’efficienza effettiva è anche inferiore ma all’atto pratico ho constatato l’opposto (considerato che ho raggiunto livelli apprezzabili anche con un valvolare Triode da 11 watts e che con l’Audiolab 6000A da 50 watt volavano). Tuttavia le Aon3 sono più efficienti e permettono una superiore pressione acustica a parità di amplificazione. Non abbiamo verificato la massima pressione acustica raggiungibile con potenza illimitata ma i 50W dell’Audiolab permettono di ascoltare le Classic 3 in ambienti anche di media dimensioni a volumi sostenuti. Un punto comunque a favore delle Aon3 per questo specifico aspetto. Dell’estetica ho già parlato: le finiture e la scelta delle stesse premiano le Audio Physic. L’ottima estensione in basso delle Golden Ear (garantita anche dall’interessante progetto che si avvale di due radiatori passivi) è raggiunta anche dalle Audio Physic che risultano forse più articolate e scolpite nel riprodurre i toni più bassi. Nel medio basso che coinvolge tantissimi strumenti e le voci maschili le Aon3 sono più piene e corpose, più distaccate invece le Classic 3. Sono abbastanza convinto che mediamente le amplificazioni utilizzate favorissero per questo parametro le Golden Ear, sebbene tenderei a prevedere comunque una mia preferenza per come si comportano le americane con la maggior parte delle amplificazioni. Salendo in frequenza le Golden Ear si fanno apprezzare per un medio, un medio alto e una gamma alta decisamente neutrali e dettagliate ma al confronto diretto le Audio Physic risultano significativamente più informative e tornando indietro le Golden Ear sembrano addirittura sfocate. Sappiamo per altri confronti che non si tratta assolutamente di una carenza delle Aon3 ma piuttosto di una spiccata dote delle Audio Physic che da questo punto di vista potrebbero essere confrontati tranquillamente con modelli di altri marchi decisamente più costosi (ad esempio le 705S3 di B&W e oltre). Stessa cosa si può dire della ricostruzione prospettica: le Golden Ear sono veramente ottime ma non si approssimano alla capacità di focalizzazione delle Classic 3 e alla loro capacità di riprodurre il senso di profondità; per capacità di stagliare gli strumenti all’interno del palcoscenico e scandirli prospetticamente in profondità le Classic 3 possono essere prese ad esempio assoluto indipendentemente dal prezzo di acquisto.

In showroom sono passati altri prodotti intorno ai 2000€ di listino degni di nota per un motivo o per l’altro tra i quali menziono in ordine sparso le ATC SCM, Care Orchestra Rose, Fyne Audio F500SP, le Usher SD500, le Spendor A1 e D1, le Kef R3meta e tanti altri. Tra questi, considerato il prezzo di listino attuale, i Fyne Audio sono particolarmente performanti e menzionabili anche per l’avvincente personalità. Grazie alle caratteristiche del loro altoparlante concentrico brillano per vitalità e per ricostruzione prospettica. Non ho avuto modo di effettuare un confronto diretto con le Classic 3 ma a memoria la lotta qui si fa veramente dura. I mobili degli scozzesi Fyne sono ancor meglio rifiniti dei Classic 3. I Fyne hanno una notevolissima estensione in basso e a memoria direi che arrivano dove arrivano i tedeschi ma il medio basso è più pieno e potente, restando comunque scolpito e propulsivo; più indietro e contenuto invece il medio basso delle tedesche (certamente le caratteristiche dell’ambiente potrebbero trovare più sinergia con una piuttosto che l’altra). Il senso di presenza fisica degli strumenti e delle voci delle Fyne è un altro dei punti forti di questo progetto. Gli esecutori sono proposti abbastanza “avanti”, verso l’ascoltatore. Esattamente il contrario per le Audio Physic che invece focalizza al laser ma in posizione più arretrata. In alto ricordo le F500SP decisamente vivaci e dettagliate con forte senso di coinvolgimento e una coerenza esemplare, senza soluzione di continuità. La gamma alta delle Audio Physic è però più definita, ariosa ed estesa eppure più delicata, rilassata e le informazioni in questo range di frequenza sono superiori. Entrambi i progetti sono campioni nella ricostruzione scenica. A memoria darei il vantaggio alle scozzesi esemplari per ampiezza della scena e (decisamente) per senso di presenza fisica (comunque ottime per focalizzazione e scansione in profondità) e invece riconoscerei il vantaggio alle tedesche per focalizzazione e (decisamente) scansione in profondità (comunque ottime per ampiezza della scena e senso di presenza fisica). Delle Fyne ricordo un senso di vitalità ed impatto superiori a qualsiasi altro prodotto recentemente ascoltato in questa categoria. I Classic 3 di Audio Physic suonano meno emotivi, più informativi, comunque vivi ma più rilassanti e facili…ad ognuno il suo… 

Promuovo con convinzione gli Audio Physic Classic 3 (che peraltro meriterebbero ben più delle circa 15 ore di parziale rodaggio effettuato). Sono diffusori caratterizzati da un suono estremamente piacevole, altissimamente informativo ma non aggressivo, ottima estensione in basso (considerato il litraggio) e una ricostruzione scenica da primato. 

Un eccellente ma non costosissimo amplificatore come l’Audiolab 6000A già rivela le qualità di questi diffusori che su alcuni parametri però si possono esaltare al crescere della qualità della catena a monte. Suggerirei le sorgenti e gli amplificatori quanto più ambiziosi evitando però tra questi quelli dal suono freddo e piuttosto privilegiando una certa propensione alla presenza e al corpo abbinati ai quali questi diffusori possono travalicare abbondantemente la loro classe economica di appartenenza. A questo proposito evidenzio che mentre completo questo articolo, apprendo che il listino è oggetto di ribasso (in contro-tendenza rispetto all’andamento generale) e quindi sarà inferiore ai 1795€ che ho originariamente registrato. Per le prestazioni e il prezzo ulteriormente agevolato, questo prodotto si colloca giustamente tra le migliori proposte quanto a rapporto qualità/prezzo nell’attuale panorama.

Buon divertimento 

Stefano - Consound


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